Maria Pia De Vito “This Woman’S Work2 (Digipack)

l nuovo progetto di Maria Pia De Vito e nuovo disco per la Parco della Musica Records vede protagonista un quintetto nuovo di zecca. Dopo A still volcano Life, del 2022 incentrato sulla creatività femminile con Rita Marcotulli e Luca Aquino, questo lavoro, basato su composizioni originali di De Vito e Bortone, composizioni collettive e riletture di brani di varia provenienza, dal jazz di Tony Williams, Ornette Coleman al cantautorato di Elvis Costello e Kate Bush, a elementi di folk inglese e americano, propone una riflessione sulla condizione femminile e sulle strategie di sopravvivenza che le donne assumono da secoli a questa parte. L’ispirazione per i testi viene da autrici quali Virginia Woolf, Rebecca Solnit, Margaret Atwood. Un progetto con una formazione di talenti unici ed innovativi. La parzialità del racconto del ruolo delle donne nell’arte, nella scienza, nella cultura, nella storia è come un enorme elefante nella stanza del dibattito comune, per usare un’espressione corrente nellidioma anglo/americano: the elephant in the room: an obvious truth or fact, especially one regarded as embarrassing or undesirable, that is being intentionally ignored or left unaddressed. Un paio di anni fa il magnifico saggio/memoir di Rebecca Solnit, Ricordi della mia inesistenza mi è giunto tra le mani, e dopo solo poche pagine di lettura mi è partita l’urgenza di mettere in musica gli insight che mi provocava. Mi sono riconosciuta in tante delle tappe nel percorso di individuazione che la Solnit descrive, con la sua penna meravigliosa. Tappe molto probabilmente comuni ad ogni donna, esperienze variamente dolorose, frustranti, o trionfanti, ma in modo faticoso o dolce/amaro; e mi sono resa conto di avere io stessa un elefante nella stanza, a non parlarne. La mia lunga vita in musica mi ha esposto ad una enorme quantità di esperienze, incontri e ruoli professionali. E dunque a riflessioni sul femminile, sulla parità di genere e non solo; questioni che ho sempre tenuto soprattutto per me, sotto l’armatura da professionista”, con la quale mi sono protetta a lungo. A mio parere certe questioni erano da risolvere ma non con parole ideologiche, o con demonizzazioni da cancel culture o discutibili quote rosa. Oggi ho voglia di parlarne in musica, invece. Ho ripreso allora tra le mani libri che sono stati nel tempo come un rosario da sgranare (Woolf, De Beauvoir, St. Vincent Millay, Atwood, Naomi Wolf e scoperto nuove letture grazie ai suggerimenti e gli stimoli di scrittrici, poetesse e poeti che ho incontrato sul mio cammino in questo periodo di ricerca. Il risultato è questo ragionamento in musica sulle strategie di sopravvivenza delle donne in vari contesti storici o sociali, attraverso una collezione di canzoni, brani originali, adattamenti di poesie in musica e spoken words . Per questo progetto ho cercato un suono nuovo, elettrico, lontano da quanto avessi fatto prima d’ora; l’ho trovato incontrando gli stili e i talenti specialissimi di Matteo, Giacomo, Mirco ed Evita. È stata una bella avventura.